Page 21 - Almanacco_ITA_2016
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gionalizzazione delle colture: gli agri- coltori con le terre più fertili ed estese sono stati raggruppati in cooperative; le monocolture hanno sostituito le col- ture miste in determinate aree; le se- menti ibride, assieme a fertilizzanti e pesticidi, hanno fatto registrare un au- mento della produzione agricola na- zionale di un 14% annuo dall’avvio del Cip. Un agricoltore di Musanze testi- monia: «Non posso più coltivare il sor- go; qui si produce il mais».l’ankole è culturaÈ in tale contesto che la filosofia di Slow Food acquista tutto il suo senso: la rete ha preso avvio nel 2012 intor- no al progetto dei 10.000 orti in Afri- ca, su base volontaria, con l’obiettivo di salvaguardare i saperi tradizionali delle comunità autoctone e un’alimen- tazione buona, pulita e giusta. Grace,che insegna in una scuola elementare, racconta: «L’idea di Slow Food riscuo- te un immenso successo ovunque an- diamo. Le persone aderiscono: il no- stro ruolo è in primo luogo quello di sensibilizzare tutte le generazioni». In pochi anni sono nati orti su tutto il ter- ritorio, permettendo la consociazio- ne di più varietà in spazi ristretti, per un’alimentazione di qualità e rispetto- sa dell’ambiente.Clément Misago, responsabile del Convivium di Nyamabuye-Gitarama, spiega come in occasione delle festa della mietitura umuranga «celebriamo l’alimentazione locale tutti insieme, cu- cinando il mais, le patate dolci, la co- locasia (il taro), il dodo (l’amaranto), le zucchine locali e l’isogi (una verdura autoctona). Dobbiamo insegnare e tra- mandare la nostra cultura!».21